.... All'arrembaggio!!!
"Le cifre stimate per la ricostruzione dopo il conflitto dell'Iraq vanno oggi dai 25 ai 100 miliardi di dollari. Secondo Rubar Sandi, membro del gruppo di lavoro del Future of Iraq Project del Dipartimento di Stato Americano dedicato alle infrastrutture informatiche e di telecomunicazioni, il costo per ammodernare le reti di voce e dati dell'Iraq potrebbe aggirarsi attorno a 1/1,5 miliardi di dollari, richiedendo dai sei agli otto anni per essere completato. Rubar Sandi č un rifugiato curdo, proprietario di una banca d'affari con sede a Washington.
A questo proposito, la Defense Information Systems Agency (Disa) avrebbe giŕ preso contatti per provvedere al cablaggio in fibra ottica del Paese. Č possibile siano le stesse che in passato hanno giŕ offerto al governo americano i loro servizi in altri teatri di guerra. Come Sprint, giŕ presente in Bosnia, o Worldcom, tra i fornitori piů graditi della Casa Bianca. Mentre all'orizzonte s'affacciano nuove star delle forniture al Pentagono, come Computer Sciences, che in ragione dell'acquisto di DynCorp, assiste l'amministrazione americana giŕ sul fronte di guerra.
Il ruolo degli esuli oppositori del regime potrebbe essere centrale nei piani di Washington, anche soltanto per ragioni di opportunitŕ politica. Secondo Ahamed Al-Hayderi, ex dirigente della Nokia Communications canadese, anch'egli membro del gruppo di lavoro hi tech del Future of Iraq Project e portavoce dell'Iraqi Forum for Democracy, tra i quattro milioni di iracheni in esilio vi sarebbero infatti molti executive di societŕ di informatica e telecomunicazioni pronti a investire nella ricostruzione.
A rischiare di piů, nell'affare della dorsale tecnologia irachena, č il colosso francese Alcatel, incaricato dalle Nazioni Unite, nel quadro del programma Oil for food, di ripristinare e ammodernare le telecomunicazioni irachene dopo il conflitto del 1991, nonché beneficiaria finora di contratti per 85 milioni di dollari. Commesse che nel dopoguerra potrebbero essere azzerate".
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